martedì 8 maggio 2012

La Sardegna vota ma l'itaGlia non lo sa

Nonostante la quasi indifferenza dei media, la prima decisiva sfida degli anticasta in Sardegna è stata vinta: al 96% delle schede scrutinate tutti e dieci i referendum sono validi. I quesiti per azzerare gli sprechi e i privilegi ha infatti ampiamente superato la soglia minima del 33%.
Dieci i quesiti proposti: i più attesi quelli per l'abrogazione delle quattro province di recente istituzione (2001), Carbonia Iglesias, Medio Campidano, Olbia Tempio e Ogliastra, e per tagliare le indennità dei consiglieri regionali. Gli altri cinque sono invece consultivi: si è chiesto il parere agli elettori a proposito dell'abolizione delle altre quattro Province storiche (Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano), portare da 80 a 50 il numero dei componenti del Parlamento sardo, cancellare i consigli di amministrazione degli enti regionali, istituire un'Assemblea costituente per la riscrittura dello Statuto autonomistico, eleggere direttamente il presidente della Regione attraverso le primarie.
Nei quattro quesiti abrogativi delle nuove Province, i consensi si attestano attorno al 97%, mentre in quello consultivo per l’abrogazione dei quattro enti storici ci si aggira sul 67%. Superiore al 97% anche il Si’ per il taglio degli emolumenti dei consiglieri regionali e per l’abolizione dei Cda degli enti regionali. Sfiorano il 97% i favorevoli all’elezione diretta del presidente della Regione attraverso le primarie, sale invece al 98% la percentuale dei Sì per la riduzione da 80 a 50 del numero dei componenti del Consiglio regionale. Si fermano al 94,4%, infine, i consensi per la riscrittura dello Statuto sardo con l’Assemblea costituente.

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