lunedì 26 marzo 2012

Conta sempre e solo il contenuto alla fine

Ore 11.30. Bar della facoltà di Economia e Giurisprudenza di Cagliari. Si avvicinano due ragazze. "Possiamo rubarvi un minuto?" "Anche due." "Noi scriviamo il giornale della facoltà.. Racconta cosa succede qua, cose serie o meno.. C'è una rubrica che raccoglie il meglio di internet.. Dobbiamo autofinanziarci.. Se lo volete costa 1,50€." Siamo in tre. Vabbè 50cent a testa. Se li son guadagnati: carine, gentili ed ottima esposizione. Lo prendo in mano ed inizio a guardarlo. Formato lievemente più piccolo di un quotidiano classico, tanti colori: l'occhio ha avuto la sua parte. Mi cimento in una rapida lettura. La prima cosa che noto sono i titoli degli articoli: frivoli, con puntini di sospensione e su due righe. Avendo ideato un giornale praticamente da solo in V^ liceo (dal punto di vista grafico, per i contenuti ho avuto qualche collaboratore), quando un giornale "amatoriale" è fatto male, lo noto. Io prima di farlo mi sono informato veramente tanto e bene e, non nascondo che, il risalutato che ne venne fuori mi riempie ancora d'orgoglio. Quindi se io sono riuscito a fare tutto da solo, perchè una coppia di ragazze universitarie (anche più grandi di me quando lo feci) non si sono informate?
Passando ai contenuti, purtroppo nulla di esaltante. Ma questo è diverso: ciò che è scritto può piacere o meno, è solamente una questione soggettiva. Anche se due critiche sono da fare: non possono venire a dire che racconta quello che succede in facoltà se l'articolo che si avvicina di più parla di come copiare; riempire con il meglio di internet un quarto del giornale vuol dire non avere abbastanza idee (e poi per vedere cose divertenti di internet vado su internet, non prendo un giornale). Quindi anche i contenuti latitavano. 
Quando ho ideato questo blog mi ero deciso di lasciare da parte la parte grafica e puramente estetica così che il centro fosse ciò che c'è scritto. Così facendo i visitatori sarebbero rimasti colpiti non dal layout ma per il contenuto. Certo, un minimo l'ho dovuto abbellire, ma non eccessivamente.
Finisco con un piccolo consiglio per le due ragazze di questa mattina: i motivi per scrivere possono essere molteplici ma possiamo ridurli in: passione o voglia di comunicare o raccontare. Tutti, alla fine, abbiamo qualcosa da dire, ma quando decidiamo di condividerlo, dobbiamo assicurarci di farlo al meglio. E se mai qualcuno volesse rispondere, il blog è sempre aperto a tutti, non costa nulla, e non penso che vi costerà mai qualcosa.

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