Siamo arrivati al meglio. Dato che ho sempre seguito le serie in versione originale, per creare questa top3 ho pensato: quali puntate non vedevo l'ora di vedere quando seguivo una serie tv?
Una grande serie deve provocare due cose principalmente allo spettatore: l'hype crea prima di vedere la puntata, ed una forte emozione alla fine. Quest'anno fortunatamente è successo per tante serie come Sons of Anarchy, Spartacus o Mad Men, ma le tre che troverete qua di seguito hanno avuto qualcosa in più.
3. House of Cards
Giochi di potere, corruzione, vendetta personale: House of Cards racconta l’intricato sottobosco della politica americana attraverso gli occhi del mefistofelico Frank Underwood che, dopo aver portato all’elezione a Presidente degli Stati Uniti l’alleato Garrett Walker, cerca vendetta per non essere stato nominato Segretario di Stato come promesso. Nei panni di Underwood un immenso Kevin Spacey, che torna ai fasti di un tempo dopo qualche anno in sordina, sostenuto da un ottimo cast, tra cui figurano Robin Wright, Corey Stoll e Kate Mara, e da una sceneggiatura impeccabile. L’episodio pilota è stato diretto da David Fincher, anche produttore esecutivo della serie.
2. Banshee
Banshee è, nella mitologia, una strega. E non c’è motivo perché una tranquilla cittadina rurale della Pennsylvania si debba chiamare davvero così, a meno che non si voglia mettere sul chivalà il visitatore oppure lo spettatore di una serie che porta questo nome. Dallo stesso creatore di Six Feet Under, la serie in stile pulp pre Tarantino che offre un ricco piatto per gli amanti del genere. E’ la storia di un poliziotto che finisce in una cittadina che ha il nome di una strega, abitata da una comunità Amish. La trama è, sostanzialmente, poco più di un dettaglio, perché Banshee basta a se stessa, si accontenta e sopravvive (alla grande) nella stessa materia di cui è composta: il pulp, come veniva inteso prima di Tarantino, vale a dire sesso, botte e zero ironia.
1. Breaking Bad
All hail the king: questa la frase sul poster promozionale della quinta, e ultima, stagione di Breaking Bad. E Walter White, il professore di chimica col cancro che si reinventa boss del traffico di droga nel New Mexico, lo è stato davvero, per ben sei anni, il re della televisione americana. Il personaggio creato da Vince Gilligan è ormai un’icona pop, proprio come è successo al Tony Soprano di James Gandolfini, e Bryan Cranston si è rivelato uno dei migliori attori contemporanei, tanto da meritarsi i complimenti di un altro grandissimo della recitazione, Sir Anthony Hopkins, che ha scritto una lettera appassionata al collega e a tutto il team di Breaking Bad. Sei anni durissimi, pieni di colpi di scena incredibili, emozioni forti, di sceneggiatura e recitazione perfetti, e soprattutto di personaggi indimenticabili: Walter, Jesse, Saul fino a Gus Fring, tutti giganti. Il finale, sulle note di “Baby Blue” dei Badfinger, ha chiuso il cerchio alla perfezione e commosso i fan, che, negli ultimi mesi precedenti la conclusione, sono andati letteralmente in fibrillazione.
La serie dell’anno, inevitabilmente, ma anche la serie del decennio. Tutto il nero di una società, di una civiltà, di uno spirito dei tempi racchiuso in 5 stagioni in cui thriller, nero, grottesco hanno convissuto in modo fertile con il più oscuro drama familiare mai visto sul piccolo schermo. La definitiva rilettura del termine suspense. “Cheer up beautiful people!”
house of cards a me ha lasciato piuttosto freddino.
RispondiEliminabanshee invece mi ha esaltato sempre più episodio dopo episodio, ma secondo me il vero botto potrebbe farlo con la seconda stagione...
breaking bad grandioso, c'è poco da fare!
Probabilmente mi odierai ma delle tre ho visto solo Banshee e sono d'accordo sul secondo posto.
RispondiEliminaBreaking Bad cominciai a vederlo in tempi poco sospetti ma mi fermai alla prima stagione, mi ripropongo sempre di vedere il resto (visto il successo) ma niente...la lascio parcheggiata.
Al 3° posto ci metterei Hemlock Grove e al 1° Peaky Blinders xD
Nuova follower, a presto!