Finale complesso, complesso da seguire e da analizzare. Ho trovato molto profondo nel suo tema centrale che si lega a doppia mandata al tema stesso della serie ovvero cosa ci divide dagli zombie, come le persone mutano a secondo di questo mondo. Da una parte il concetto uccidi o vieni ucciso del Governatore, dall'altro Carl la cui infanzia viene strappata sempre di più ed è spinto ad essere spietato per evitare problemi futuri sradicando i guai prima che possano crearne altri. Poi Rick che pensa sempre a ciò che è più giusto da fare, ma poi compie la scelta migliore. Come sottolinea Michonne avrebbe potuto prendere il latte in polvere e lasciarla in pasto agli zombie. È come se Rick imparasse una lezione, è un finale che nella sua natura intrinseca ci insegna una lezione: gli errori si possono fare, ma si possono anche rimediare. La scena finale dove Rick guarda in alto e non vede più Lori l'ho interpretata come quella di un uomo finalmente in pace con sé stesso che sa che nonostante quello che ha fatto è riuscito ad arrivare alla fine del percorso mantenendosi sempre umano, riuscendo fra i vari pensieri a far emergere il lato più giusto, soprattutto tornando di nuovo a fidarsi delle "persone estranee".
È un finale difficile da comprendere, l'ho detto. È stato uno scontro più che fisico di ideologie, di quale punto di vista possa far vincere in questo mondo. Il Governatore no e infatti si è ritrovato con due soli uomini, Rick si perché è riuscito alla fine a mediare fra tutto facendo pace con sé stesso. Andrea ha provato un'altra strada ed è finita per pagarne le conseguenze perché la sua è la via più utopistica ovvero quella di cercare di non far ammazzare nessuno, di vivere tutti insieme felici. Un concetto che è difficilmente applicabile nel mondo reale, figurarsi in questo. Comunque buona l'uscita di scena di Andrea, toccante Michonne in lacrime, alla fine un'amicizia c'era. Bella la citazione sulla sicura che rimanda alla prima stagione. Bella anche l'uscita di scena di Milton, onorevole e un po' da Destino bastardo capriccioso con lo scienziato che studiava i non morti e diventa un non morto lui stesso. Grande Morrisey, inquietante quel tanto che basta e folle quel tanto che basta. La scena in cui massacra i suoi uomini è stata grande e mi è piaciuto che Woodbury alla fine abbia compreso la razza di uomo che li guidasse.
Rimanere alla prigione aumentando il numero di persone è una scelta coerente con quanto avevano detto sedici puntate fa: hanno lottato per sette mesi nel tentativo di trovare un rifugio, alla fine hanno fatto di tutto per difenderlo. In questa terza stagione ho respirato a pieno lo spirito reale di The Walking Dead, mai espresso nella stagione 1, espresso in parte l'anno scorso, espresso totalmente quest'anno. E questo finale è un po' la somma di tutto quanto, una lezione sull'umanità in questo mondo sullo sfondo dell'azione e della tensione. E così è stata la terza stagione, un lungo e complesso viaggio nell'umanità di fronte ad un mondo da un anno trascinato nella più assoluta rovina toccando un po' tutti i punti dello spettro emozionale: dal lutto (Rick) alla frustrazione (Governatore) fino alla rassegnazione (Morgan).Se il Governatore fosse morto e Carl non si fosse comportato così sarebbe potuto benissimo essere un series finale e invece è un season finale lasciando aperto già due strade. Da una parte Carl, il padre deve cercare di dare al figlio la lezione che lui ha imparato, dall'altra il Governatore che con soli due uomini sono proprio curioso di cosa farà.
Quindi si chiude la terza stagione e la mia speranza per la quarta è buona, due strade interessanti ci sono, un po' più rischioso il discorso prigione, vedremo come organizzeranno il tutto. Innanzitutto c'è da riparare la prigione e ripulirla perché col casino che hanno combinato hanno fatto danni e tirato fuori zombie. Poi c'è più gente e quindi più bisogno di spazio e dunque zone da ripulire. Bisogna fare provviste anche perché l'inverno si avvicina. La terza stagione si è focalizzata sul far imparare a Rick una lezione importante che è alla base della sua vittoria in questa sfida. Credo che la quarta, sfruttando anche la crescita del ragazzo, si focalizzerà più su Rick che deve far imparare a Carl la stessa cosa. Penso che sarà una stagione con parecchi momenti con Carl. C'è il lutto di Daryl, un po' troppo sbrigativo in questa puntata, spero in un po' più di lavoro l'anno prossimo. C'è il lutto di Michonne. C'è Tyreese da conoscere di più. Ultimo ma non meno importante il Governatore e il suo ritorno, la sua vendetta. Come la farà, come si organizzerà con soli due uomini. Di strade ce ne sono. Certo, non possono tirarla per 16 episodi. Devono concentrare e fare magari solo la prima parte. Ma ora che il lavoro caratteriale e ideologico è stato fatto la sfida col Governatore può anche passare a qualcosa di più fisico.
Alla stagione va però un voto alto per tutto quello che ha saputo dare. L'ho già detto: ha espresso completamente lo spirito di The Walking Dead. E sicuramente una delle cose più positive è stato il riuscire a gestire la sfida fra prigione e Woodbury senza trasformarla in una sparatoria continua.
a me è piaciuto parecchio.
RispondiEliminaun finale di stagione per niente scontato, lontano dai soliti combattimentoni (per me ce ne sono già stati fin troppi). come dici riflette bene lo spirito della serie.
di horror action zombie ce ne sono già in grande abbondanza e per fortuna the walking dead non si è fatto mordere da loro :)
ma infatti.. però ho letto molti commenti scontenti.. evidentemente di gente che guarda solo questa serie e si aspetta che succeda di tutto
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