La Serie A è un campionato per pochi eletti ma l’Italia, nazione innamorata del pallone, offre a tutti una possibilità. Il surrogato alle atmosfere create dal calcio si chiama calcetto. Tutti (o quasi) i maschi (di ogni età ed estrazione sociale) almeno una volta han calcato un campetto affrontando gli amici in un cinque contro cinque che per molti si è col tempo trasformato un appuntamento settimanale. Ma non sempre i compagni sono come li vorremmo.
10 - I Nicola Legrottaglie | I giocatori che si fanno il segno della croce
Atleti di Dio. Primatisti di convinzione. Religiosi. Entrano e toccano l’erba sintetica, poi portano le dita alla fronte e inaugurano la loro partita con un segno della croce. Dio, si sa, guarda le partite di calcetto.
9 - I David Beckham | I giocatori Glamour
Scarpini ultimo modello, calzettoni stretti alle caviglie con il nastro, fascetta nei capelli. I David Beckham sono i personaggi che spendono, per una partita di calcetto fra amici in massima parte vestiti da muratori dei primi anni 50, una cifra prossima al monte ingaggi del Barcellona. Per loro ogni accessorio è fondamentale. Dalla borsa alle ciabatte, dal laccio dei pantaloncini ai parastinchi. Se scoprono un pelo superfluo, sul loro corpo da wannabe calciatore di serieA, predispongono un intervento d’urgenza. Sulle panchine dei campi portano la loro ragazza, hanno infatti bisogno di qualcuno che li ammiri. Se son forti niente da dire. Peccato che quasi tutti siano pippe.
8 - I Mario Balotelli | I giocatori che arrivano al campo in ritardo
L’ora di affitto del campo dura un’ora. Non dura due ore. Se si gioca alle 9 si finisce alle 10. Peccato che ogni partita debba dipendere dai ritardatari, i giocatori che si presentano accumulando disumani ritardi, quelli che ogni settimana trovano il passaggio a livello abbassato, la gomma bucata o escono in ritardo dall’ufficio. Il loro divismo costringe il resto della banda ad iniziare una partita inconsistente, a 4 vs 5. Ogni persona sul campo li odia e dato che il giocatore di calcetto ha una sua etica chi arriva in ritardo sa già che verrà “punito”. Come? Subendo interventi alla Marco Materazzi.
7 - Gli Stefano Mauri | I giocatori a cui manca sempre un euro
Sono quelli a cui, nello spiacevole momento in cui parte la raccolta soldi per l’affitto del campo, manca sempre un euro, due euro, cinquanta centesimi, cinque euro, il portafoglio. Da copione si scoprirà che bazzicano gli ambienti degli zingari e che sono pesantemente coinvolti nel calcetto scommesse.
Atleti di Dio. Primatisti di convinzione. Religiosi. Entrano e toccano l’erba sintetica, poi portano le dita alla fronte e inaugurano la loro partita con un segno della croce. Dio, si sa, guarda le partite di calcetto.
9 - I David Beckham | I giocatori Glamour
Scarpini ultimo modello, calzettoni stretti alle caviglie con il nastro, fascetta nei capelli. I David Beckham sono i personaggi che spendono, per una partita di calcetto fra amici in massima parte vestiti da muratori dei primi anni 50, una cifra prossima al monte ingaggi del Barcellona. Per loro ogni accessorio è fondamentale. Dalla borsa alle ciabatte, dal laccio dei pantaloncini ai parastinchi. Se scoprono un pelo superfluo, sul loro corpo da wannabe calciatore di serieA, predispongono un intervento d’urgenza. Sulle panchine dei campi portano la loro ragazza, hanno infatti bisogno di qualcuno che li ammiri. Se son forti niente da dire. Peccato che quasi tutti siano pippe.
8 - I Mario Balotelli | I giocatori che arrivano al campo in ritardo
L’ora di affitto del campo dura un’ora. Non dura due ore. Se si gioca alle 9 si finisce alle 10. Peccato che ogni partita debba dipendere dai ritardatari, i giocatori che si presentano accumulando disumani ritardi, quelli che ogni settimana trovano il passaggio a livello abbassato, la gomma bucata o escono in ritardo dall’ufficio. Il loro divismo costringe il resto della banda ad iniziare una partita inconsistente, a 4 vs 5. Ogni persona sul campo li odia e dato che il giocatore di calcetto ha una sua etica chi arriva in ritardo sa già che verrà “punito”. Come? Subendo interventi alla Marco Materazzi.
7 - Gli Stefano Mauri | I giocatori a cui manca sempre un euro
Sono quelli a cui, nello spiacevole momento in cui parte la raccolta soldi per l’affitto del campo, manca sempre un euro, due euro, cinquanta centesimi, cinque euro, il portafoglio. Da copione si scoprirà che bazzicano gli ambienti degli zingari e che sono pesantemente coinvolti nel calcetto scommesse.
6 - Gli Amauri | Il giocatore-totem dell´attacco meglio noto come l'uomo in meno
Sono talmente deboli che il danno minimo lo procurano in attacco. Dopo le prime esibizioni in cui sono stati testati in difesa (nel calcetto decisamente più importante dell’attacco) con disastrosi risultati e tennistici parziali, di partita in partita vengono avanzati e diventano i totem dell’attacco. Probabilmente non si accorgono che l’evoluzione della loro posizione dipende soltanto da ragioni di opportunità e si autoconvincono di essere raffinatissimi artisti del pallone. Tutti i compagni di squadra li odiano.
5 - I Marko Arnautovic | I burloni della squadra
Come riconoscere il burlone della squadra? Basta assistere all’ingresso in campo del team. Il Burlone è quello che sul completino ha fatto stampare il numero 69.
4 - Gli Zlatan Ibrahimovic | I giocatori che non vogliono mai andare in porta
Nel 95% delle partite di calcetto disputate le compagini non dispongono di un portiere. Le poche squadre che ne hanno uno sono le più invidiate di tutte. Chi non può avvalersi di un numero1 è costretto ad adottare la tattica del “dai in porta giriamo”. Peccato ci sia sempre l’infame che in porta non voglia andarci. Misteriosamente i suoi turni fra i pali durano sempre meno di un minuto (chi mi dà il cambio che è una vita che sono in porta?).
3 - I Cristiano Ronaldo | I giocatori belli e impossibiliPerfetti. La preparazione alla partita, per i Cristiano Ronaldo, equivale al trucco e parrucco per una sfilata di convinzione. Negli spogliatoi indugiano davanti allo specchio. Caricano il ciuffo di gel e pompano gli addominali. Raggiungono un livello di concentrazione equivalente ad una semifinale di ritorno dal risultato incerto di Champions League. Entrano in campo in botta, fissando, con determinazione da ribelli del pallone, inesistenti telecamere. Peccato non ci siano i giornalisti di Sky a bordo campo.
Sono talmente deboli che il danno minimo lo procurano in attacco. Dopo le prime esibizioni in cui sono stati testati in difesa (nel calcetto decisamente più importante dell’attacco) con disastrosi risultati e tennistici parziali, di partita in partita vengono avanzati e diventano i totem dell’attacco. Probabilmente non si accorgono che l’evoluzione della loro posizione dipende soltanto da ragioni di opportunità e si autoconvincono di essere raffinatissimi artisti del pallone. Tutti i compagni di squadra li odiano.
5 - I Marko Arnautovic | I burloni della squadra
Come riconoscere il burlone della squadra? Basta assistere all’ingresso in campo del team. Il Burlone è quello che sul completino ha fatto stampare il numero 69.
4 - Gli Zlatan Ibrahimovic | I giocatori che non vogliono mai andare in porta
Nel 95% delle partite di calcetto disputate le compagini non dispongono di un portiere. Le poche squadre che ne hanno uno sono le più invidiate di tutte. Chi non può avvalersi di un numero1 è costretto ad adottare la tattica del “dai in porta giriamo”. Peccato ci sia sempre l’infame che in porta non voglia andarci. Misteriosamente i suoi turni fra i pali durano sempre meno di un minuto (chi mi dà il cambio che è una vita che sono in porta?).
3 - I Cristiano Ronaldo | I giocatori belli e impossibiliPerfetti. La preparazione alla partita, per i Cristiano Ronaldo, equivale al trucco e parrucco per una sfilata di convinzione. Negli spogliatoi indugiano davanti allo specchio. Caricano il ciuffo di gel e pompano gli addominali. Raggiungono un livello di concentrazione equivalente ad una semifinale di ritorno dal risultato incerto di Champions League. Entrano in campo in botta, fissando, con determinazione da ribelli del pallone, inesistenti telecamere. Peccato non ci siano i giornalisti di Sky a bordo campo.
2 - I Marco Tardelli di Spagna82 | I giocatori che hanno il coraggio di esultare
Appartengono al ramo dei convinti. Sono a tal punto calati nella parte e consapevoli (solo loro!) dell’importanza del match di quartiere che stanno disputando che se segnano hanno in tasca la coreografia per la rete. Ebbene sì, anche nelle più disgraziate partite di calcetto, anche nelle epiche repliche di scapoli e ammogliati, alcuni giocatori hanno il coraggio di esultare. In maniera pacata? Come gesto istintivo? Ma nemmeno per sogno! La cornice della sfida si trasforma nel Santiago Bernabeu, il “giocatore che ha il coraggio di esultare” si tramuta nell’eletto: baci all’anello come Raul, grida in direzione di (inesistenti) tifosi e telecamere, arepolanini alla Montella, mitragliette alla Batistuta, linguacce alla Del Piero, trenini in memoria di Igor Protti e Sandro Tovalieri, sambe brasiliane e chi più ne ha più ne metta.
1 - I Lionel Messi | I giocatori dell´altra squadra che hanno vinto tre palloni d´oro
Immarcabili. Ingestibili. Veloci, atletici, precisi, letali. Capitano sempre nell’altra squadra e ti inducono a pensare al perché! Per quale motivo l’incrocio fra Pelè, Maradona, Platini, Messi e Roberto Baggio, ha deciso di scendere in campo contro di te e di farti odiare con tutto (ma proprio tutto) il tuo cuore la tua preziosissima ora di calcetto settimanale?
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