lunedì 13 febbraio 2012

Lo sport è ben altra cosa

Piccolo avviso: non è un argomento scacciafiga (per dirla alla Linus e Nicola), solo uno spaccato del mio ragionamento complessivo sullo sport.
Questo pomeriggio l'ho passato a guardare la Serie A. Quello che prima per me era un qualcosa di irrinunciabile, ora è solo un passatempo come un altro. Ed è strano di come sia svanito tutto in così poco tempo. Ma vedendo la visione nell'insieme posso trovare due motivi validi per questo: la grande Inter, e la noia. Già, è difficile crescere interisti in quegli anni bui: 17 anni senza campionato, in tv le battute stupide, i compagni che ti prendono in giro. Poi arriva un momento in cui sei al top: nessuno parla più delle sconfitte, gli amici evitano di parlare di calcio e vinci. Cazzo se vinci. Il 22 maggio raggiungi il tetto del mondo: anni e anni di sfottò  vengono azzerati dalla coppa dalle grandi orecchie, da un triplete mai visto in Italia e da un uomo che ha unito tutti con il suo immenso carisma, il profeta di Setubal. In questo momento cosa puoi desiderare di più da tifoso? Nulla.
Qui arriva la noia. Ma non è una noia dovuta alla mancanza di titoli, ma la noia che ti provoca una partita in se. Qualunque essa sia (con alcune eccezioni). Gigi, mio compagno al liceo, riassunse così il gioco del calcio: "Guarda guarda sto per fare gol.. noooo. Guarda guarda quasi.. noooo." A mio avviso, colto nel segno. Le emozioni nel calcio vengono date dai gol. Quindi a confronto il basket e la pallavolo sono superiori per quanto riguarda le emozioni: miriadi di punti in vari modi, meno giocatori, campi più piccoli e quindi facili da poter seguire nel loro insieme.
 Il più delle volte inizi uno sport di squadra perchè magari i tuoi amici vanno lì, oppure perchè ti dicono che sei predisposto bene fisicamente. Alla maggior parte degli sport di squadra però, manca la passione. Quella voglia che ti spinge a dire, cazzo voglio farlo. La passione però ormai si vede poco. Un'occasione per vedere tanta passione sono le olimpiadi: sport semi-sconosciuti affrontati da tante persone di ogni nazione. E tutti col sorriso. Felici di fare ciò che amano, che gli appassiona, che gli riscalda il cuore.Qualcos'altro però manca.
Personalmente ciò che mi emoziona di più in uno sport, è vedere l'atleta faticare. Non è sadismo. Ma quando vedi il tuo idolo che fatica, tu fatichi con lui. Primo esempio: il tennis. Un uomo che arriva con la sua borsa, piena di racchette, cibo e magliette di ricambio (se togliamo le racchette e le magliette assomiglia a me). E' una persona qualunque, che arriva lì con le sue cose, senza allenatori che gli dicono cosa deve fare al momento. Solo lui, racchetta, pallina ed avversario. E tanto sudore. Dietro quella persona non ci sono staff immensi o strutture avanzatissime, solitamente due persone: allenatore (solitamente parente tipo padre, zio, ecc)  ed un fisioterapista. Fine. Eppure le partite di tennis sono battaglie. Sempre. Anche se il livello dei due è molto differente. Anche se qualcosa va oltre.
Il ciclismo: ciò che mi ha dato questo sport negli ultimi due anni non ha paragoni, nonostante non fossero stati i giri migliori. Tutti loro, dal primo all'ultimo corridore faticano come bestie per affrontare salite con pendenze improponibili. E tu sei lì con loro. Sulla bici con loro. Sei lì che inciti. Emozioni. Non è importante che vinca o meno il tuo favorito. Ecco qual'è il vero senso di sport: fregarsene del risultato finale, e godersi la competizione in se. Questa visione ormai è stata persa. La maggior parte degli sport vive solo grazie alle faziosità. Ed io non intendo più farne parte di questo teatrino.
Ma amerò per sempre l'Internazionale.
Misciu =)

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