Tornando a casa in treno, sempre con la musica alle orecchie mi è capitato di ascoltare "La dura legge del gol", canzone omonima di uno dei miei album preferiti, che non ascoltavo da un po'. Cullato dal paesaggio verde fuori dal finestrino, me la cantavo e pensavo al testo.
Le facce nelle foto accanto a noi
entrate nelle nostre vite e poi
scappate di corsa
per non tornare mai
Quanti in questi anni ci han deluso
quanti col sorriso dopo l'uso ci hanno buttato.
Questo un giorno succede sempre a tutti: si guarda una foto e si pensa "mattagazz.." (trad. che cazzo); come per dire "che ci facevo con quelli?" Io non sono uno che ha rimorsi, so che se ho fatto quello evidentemente in quel momento mi sentivo di farlo. Però poi vedere certe cose dopo avvenimenti che non si è digerito particolarmente. E poi capita che col sorriso, con la faccia di chi non sa affrontare la questione, ti scarica.
E solitamente succede perchè chi ha davvero la faccia di dire "Voi non capite un cazzo", viene messo da parte. E' inutile fingere che ci si voglia sempre tutti bene, perchè non è vero ed è impossibile. Quando c'è qualcosa che non va, bisogna dirla. Se no succede che al momento vero dei litigi tiriamo in mezzo tutte le vecchie rogne, e non è bello. Chi paga davvero è sempre chi "sull'amicizia e sulla lealtà ci ha puntato pure l'anima", perchè ci credeva davvero.
La canzone si chiude con una sorta di lieto fine.
Che spettacolo quando giochiamo noi
non molliamo mai
Loro stanno chiusi ma
cosa importa chi vincerà
perché in fondo lo squadrone siamo noi
Unico piccolo particolare: io il lieto fine non lo vedo, almeno non ora.
Il Vostro
Cisco
A volte invece in una foto trovi degli "intrusi" nel gruppo, che poi a distanza di tempo si sono rivelati poco amichevoli. E' varo, purtroppo succede.
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