mercoledì 29 febbraio 2012

A volte è meglio non sentire

Quando esco io non sono mai da solo. Se non c'è una persona fisica, mi accompagnano le mie cuffie (che a volte è pure meglio della compagnia vera e propria). Ti fan sentire ciò che vuoi sentire al volume che serve, ti isolano dal mondo esterno lasciandoti fra musica e pensieri. A volte sono il mezzo che ti aiuta ad ascoltare una conversazione senza essere notati. Ma nonostante il mio amore incondizionato per queste, ci sono dei piccoli contrattempi che potrebbero capitare a tutti.
A volte la musica ti prende così tanto che si inizia a cantare: cosa che sconsiglio sempre, dato che non avendo riverbero potreste dar vita a spettacoli disastrosi. Capita anche quando magari si ascolta spesso la radio: questo è il mio caso di specie, non so quante vecchie mi avranno scambiato per uno scemo che ride sa solo.
Però l'auricolare ti dà quell'intimità con la musica che uno stereo non può darti; ti aiutano ad "assaporare" ogni piccolo particolare, come se la canzone fosse un piatto da gustare. Fanculo a ciò che pensano gli altri.
Il Vostro
Amar G. Bose

martedì 28 febbraio 2012

La dura legge del .. no!

Proprio ieri sera stavo pensando del cambiamento di parecchi miei amici. Alcuni sono passati da una vita insulsa ad andare ogni qualvolta possibile in discoteca (sempre con la loro vita insulsa), altri da super salutisti ora fumano. Come ho scritto qualche giorno fa, il cambiamento è normale, mi aspetto solo che sia graduale e coerente. Ma ho messo da parte questo pensiero.
Tornando a casa in treno, sempre con la musica alle orecchie mi è capitato di ascoltare "La dura legge del gol", canzone omonima di uno dei miei album preferiti, che non ascoltavo da un po'. Cullato dal paesaggio verde fuori dal finestrino, me la cantavo e pensavo al testo.

Le facce nelle foto accanto a noi 
entrate nelle nostre vite e poi 
scappate di corsa 
per non tornare mai 
Quanti in questi anni ci han deluso 
quanti col sorriso dopo l'uso ci hanno buttato.
Questo un giorno succede sempre a tutti: si guarda una foto e si pensa "mattagazz.." (trad. che cazzo); come per dire "che ci facevo con quelli?" Io non sono uno che ha rimorsi, so che se ho fatto quello evidentemente in quel momento mi sentivo di farlo. Però poi vedere certe cose dopo avvenimenti che non si è digerito particolarmente. E poi capita che col sorriso, con la faccia di chi non sa affrontare la questione, ti scarica. 
E solitamente succede perchè chi ha davvero la faccia di dire "Voi non capite un cazzo", viene messo da parte. E' inutile fingere che ci si voglia sempre tutti bene, perchè non è vero ed è impossibile. Quando c'è qualcosa che non va, bisogna dirla. Se no succede che al momento vero dei litigi tiriamo in mezzo tutte le vecchie rogne, e non è bello. Chi paga davvero è sempre chi "sull'amicizia e sulla lealtà ci ha puntato pure l'anima", perchè ci credeva davvero.
La canzone si chiude con una sorta di lieto fine. 
Che spettacolo quando giochiamo noi 
non molliamo mai 
Loro stanno chiusi ma 
cosa importa chi vincerà 
perché in fondo lo squadrone siamo noi 
Unico piccolo particolare: io il lieto fine non lo vedo, almeno non ora.
Il Vostro 
Cisco

lunedì 27 febbraio 2012

Treno vogliamoci bene

Viaggiare in treno è sempre una fonte di ispirazione per chi come me vuole raccontare qualcosa ogni giorno. Anche se non si fanno incontri interessanti o si assistono a scene particolari, solo buttare lo sguardo fuori con musica alle orecchie aiuta a far vagare la mente. Non sempre si hanno idee magistrali, ma magari ci si ritrova a pensare a vecchie cose successe o progetti per il futuro. Se poi nel tuo telefono ci sono messaggi vecchi di un mese, diciamo che il tempo del viaggio neanche basta.
Secondo me esistono dei pensieri che si pensano solo quando sei in treno. Se avessi avuto con me il mio netbook chissà cosa ne sarebbe uscito. Magari tanta, e ragionevole cattiveria. Ci sono delle cose che ti tornano alla mente, solo quando si guarda  fuori dal finestrino che scorre le faccende del mondo. Se ci si mettessimo a scrivere i pensieri da treno e poi li leggessimo, sono quasi sicuro di sapere che quei pensieri, magari di cento persone diverse,  finirebbero con l’assomigliarsi. E che altre cento persone lascerebbero quelle pagine, vuote.
Sono tanti i pensieri da treno. Talmente tanti che se li pensi tutti poi, non hai quasi più niente da pensare, quando scendi. E sei più leggero.
Il Vostro
Patrick Monahan
P.S. Chi capisce il senso della firma avrà la mia stima.

domenica 26 febbraio 2012

Carestia di idee

Immagino che capiti a chiunque abbia un blog un blocco di idee. Soprattutto se con se stessi si è preso l'impegno di mettere qualcosa almeno ogni giorno. A me scoccia lasciare un giorno vuoto, ma finché potrò cercherò di aggiornarlo il più possibile.
L'illuminazione per un post può venire dal nulla, ma anche da una cosa che magari avete davanti tutti i giorni e non ve ne rendete conto. Anche se l'effetto flash è il migliore a mio avviso.
Da grande fan di serie tv, ho capito che ascoltare bene i dialoghi non è un puro passatempo, ma può essere utile anche ad ampliare il proprio vocabolario e soprattutto la propria cultura generale. In questo momento mi viene in mente una serie su tutte: i Simpson, la miglior serie animata mai fatta e senza dubbio la più copiata. A questa serie devo molte citazioni e molte definizioni di cose che non avevo mai sentito prima, e per curiosità sono andato a cercare per capirle meglio. Escludendo le ultime serie che puntano sulla comicità pura o al significato forte, perdendo tutto ciò che ha reso questa serie la migliore mai creata.
Tornando al discorso centrale, oggi ho avuto molte idee sul cosa scrivere guardando White Collar, che nonostante sia infondo un film poliziesco, ha dei protagonisti che a volte citano frasi celebri di opere del passato. Oggi sono stato folgorato da un aforisma di Orson Wells. Ma ormai il post di oggi è fatto, perchè scrivere altro?
Il Vostro
Peter Burke

sabato 25 febbraio 2012

Bisogna saper perdere

Guardiamoci bene in faccia. Noi siamo Italiani. Ed in quanto tali abbiamo una storia sportiva che ha connotazioni ben precise. Si potrebbero riassumere in due concetti: grandi vittorie e grandi eventi. A noi interessano solo le grandi vittorie ed i grandi eventi. E sapete perchè? Perchè da sempre noi siamo stati abituati così!
Negli altri paesi l'ultima squadra in classifica, quella per intenderci che non farà i playoff per il titolo finale ha sempre e comunque lo stadio pieno dei propri tifosi, tutti pronti a sostenerla in ogni caso. Negli altri paesi si ha la cultura di seguire l'evento sportivo al di la di vittoria o sconfitta (NFL e NBA sono esempi plateali). Da noi se una squadra non vince dopo un po' non la segue nessuno.
Faccio una serie di esempi: automobilismo. Quali altri paesi hanno avuto e hanno qualcosa di solo paragonabile alla Ferrari? E Bartali e Coppi per il ciclismo? E il calcio? Il sistema calcistico più vincente d'Europa con quattro mondiali e più di 50 Coppe vinte? E la valanga azzurra? E il Settebello? Ed i Quattro Moschettieri che vinsero la Davis? Da sempre siamo stati abituati o al massimo o niente! Per un Italiano non esiste lo sport dei risultati, esiste solo quello delle vittorie. Perchè, ripeto, così siamo stati abituati.
Mettendo da parte questo ragionamento, perchè se la nazionale di calcio perde fa cagare mentre se quella di rugby viene asfaltata sono sempre degli eroi che fanno grandi prestazioni? Oppure se la nazionale di basket va male è perchè son spompati? So che i giornali fanno di disparità di trattamento, ma così mi sembra troppo. In questo contesto o con il rugby si comincia a vincere, oppure lo vedo male.
Il Vostro
John Kirwan

venerdì 24 febbraio 2012

La differenza fra me e te

Prefazione. Molti dubbi interiori i hanno "turbato" prima di decidere di pubblicare questo. Sapevo che l'avrei messa prima o poi. Quindi è inutile che mi faccia domande. Comunque vada, è la canzone che mi raffigura meglio al momento.


La differenza tra me e te non l’ho capita fino in fondo veramente bene. Davvero mi sforzo di capire ma non ci riesco. Fra me e te uno dei due sa farsi male, l’altro meno però. Non è una critica ma un dato di fatto oggettivo. Me e te, è quasi una negazione. E non capisco il perchè. Io mi perdo nei dettagli e nei disordini, tu no. Son pieno di domande, è inutile. E temo il tuo passato e il mio passato, ma tu no. Anche se io temo molto meno. Me e te, è così chiaro e sembra difficile. E non dovrebbe esserlo.
La mia vita, mi fa perdere il sonno, sempre. Anche se sei tu che mi fai perdere il sonno. E mi fa capire che è evidente la differenza tra me e te. Quando arrivo al punto di ragionare oggettivamente, tu poi mi chiedi come sto e il tuo sorriso spegne i tormenti e le domande a stare bene, a stare male, a torturarmi, a chiedermi perchè. E' inutile farmi domande. Sei sempre tu la risposta in fin dei conti.
La differenza tra me e te. Tu come stai? Bene. Io come sto? Boh! A volte non so come stare. Me e te: uno sorride di com’è, l’atro piange cosa non è, e penso sia un errore. O un'occasione persa.
Ah, io ho molte incertezze, una pinta e qualche amico. Le incertezze sono solo su come pormi, la pinta la evito, e gli amici davvero pochi ma unici. Tu hai molte domande, alcune pessime, lo dico. Anche se mi piace sentire le tue domande alla fine. Me e te, elementare. Non vorrei andare via. Quando vado via o non ci sei mi manchi fottutamente tanto.
E se la mia vita ogni tanto azzerasse l’inutilità di queste insicurezze. Alla fine c'è solo un modo eliminare queste insicurezze, ma non te lo direi, solo perchè l'ho già fatto.
Poi mi viene da pensare: "Ma se un bel giorno affacciandomi alla vita, tutta la tristezza fosse già finita, ritornerei da te." E succede sempre così: mi viene un pò di malinconia ma poi non riesco a starti lontano. In questo periodo mi hai dato più di chiunque altro. 
Ma in fin dei conti ed in ogni caso ti adoro. E penso sia bellissimo.
Il Tuo
Ciccino <3
P.S. Tiziano la prossima volta che fai canzoni su di me, avvisami. Grazie.

giovedì 23 febbraio 2012

Il corollario di Hitch

Will Smith in Hitch (un film che mi ha insegnato un sacco di cose) diceva che avere il parere favorevole della migliore amica di una ragazza che ti piace è fondamentale. Ora potete pensare: no non è vero io penso con la mia testa. No, tutti siamo condizionati in qualche modo: o ci lasciamo condizionare da ciò che dicono, o non ci facciamo condizionare per andare contro, quindi in ogni caso diventa un parere influente.
Nonostante sia sempre stato favorevole alla teoria di Hitch (ingraziarsi sempre le migliori amiche), ho sempre avuto un piccolo timore. C'è sempre la remota possibilità che tu, nonostante faccia cose giuste, arriva all'improvviso un fenomeno con la sua storia di vita vissuta e ti distrugge.
Non voglio venire a fare la morale, ma un'amica/o, degno di definirsi tale, non deve dare pareri. Deve limitarsi ad osservare se questa persona ci fa felice o no. Un amica/o felice, trasmette felicità, come un amico triste trasmette tristezza e così via. I veri amici stanno lì a guardare mentre vivi la tua vita, partecipando ma senza condizionarla, offrendo una spalla nel caso qualcosa vada storto. Ma non devono giudicare. Mai.
E' inutile ascoltare le esperienze di altri. Perchè sono di altri, non le vostre, e non con le stesse persone.
Il Vostro
Alex Hitchens

mercoledì 22 febbraio 2012

L'enigma del sex tape


Fatto vero: ogni singola persona del mondo farà un sex tape una volta nella vita. Il che solleva una questione fratello-fratello: si guarda il sex tape di un altro fratello? Di recente ho lottato con tutte le mie  forze per risolvere questo problema, in modo che nessun fratello debba subire quello che ho sofferto. Io con l'aiuto di alcuni alunni dalla mia alma mater, (stavano lavorando su una sorta di  vaccino contro il cancro, pft, noiosa) abbiamo messo a punto una semplice equazione per aiutarvi a rispondere a questa domanda.
Sentitevi liberi di premere play sul lettore Blue Ray che se la conquista del fratello è più hot rispetto alla forza della vostra relazione:
H> ((. FF X Lbs) / 3A) X BrF
In cui:
H = Bellezza sulla scala tradizionale 1-10 della raga
FF = fattore di Freak - percentuale di probabilità che il tuo fratello possa fare qualcosa di davvero freaky
Lbs = peso del tuo fratello (in libbre)
A = l'età del tuo fratello
BrF =  Fattore Fratello (Factor Bro) - su una scala da 0-10, la vicinanza del tuo rapporto con il  fratello. 0 non è un fratello - 10 che è il vostro fratello gemello siamese separato alla nascita.
Esempi:
con 9> ((0,76 x 185) / (3 X 33) X 7, si ha 9 non maggiore di 9,4941, quindi non guardare.
con 9> ((0,23 x 125) / (3 X 85) X 3, 9 è maggiore di 0,33823, premi play senza paura.
con 8> ((0,50 x 180) / (3 X 33) X 9, 8 non è superiore a 8,181. Ma se parliamo di una bella ragazza, bisognerebbe sempre guardarlo.

martedì 21 febbraio 2012

Nubi di ieri sul nostro domani odierno

Io ho le mie piccole regole quando navigo. Sono molto differenti da quelle che usavo durante i miei primi approcci. Prima ero molto più prudente, temevo virus quindi stavo molto attento al sito. Ora entro a testa bassa in siti nippo-coreani se mi serve qualcosa. Ma non voglio parlare di questo.
Una delle mie regole principali è: mai parlare direttamente di se. Non voglio criticare chi lo fa (non tutti), però è una cosa che mi infastidisce (anche se certi fanno ridere). Non sopporto le smancerie plateali del tipo: "buongiorno amore <3", "ti voglio un sacco di bene :**" Allora se glielo vuoi dire, glielo dici in privato, perchè poi mi viene l'acidità di stomaco. Sono del parere che sentimenti del genere vadano espressi privatamente; sbatterli così è frivolo e finto. Su FB un quarto dei miei amici è nascosto, la metà di questi per motivi del genere.
"Ma come Misciu tu non hai mai mandato una dedica o buonanotte frivole?" Le avrò mandate, ma senza scrivere nulla, perchè se devo esprimere affetto a qualcuno, lo faccio un modo che per gli altri sia velato, ma che l'unica capace di comprenderlo sia la persona interessata.
"Eh si poi apri un blog e dici che non vuoi parlare di te." Infatti non parlo direttamente di me, butto lì delle cose ogni tanto. Se un giorno lo farò sopprimetemi nel caso.
Dopo essere andato ampiamente off topic provo a riprendere in mano il discorso per chiuderlo degnamente.
Piccola morale: non usate i social network come vetrina per voi stessi. Lo scopo principale di questi appena sono stati aperti era principalmente scambiare notizie. Ora non dico di fare tutti i colti intellettuali. Ma fatevi i ca*zi vostri, che io mi faccio i miei.
"Scusa Misciu, ultima domanda. Ma chi è quella figona con i capelli rossi che tagghi ogni tanto?" :3 Grazie, alla prossima.
Il Vostro
Mark Zuckerberg
(per una volta non Sloan)

lunedì 20 febbraio 2012

La reazione al cambiamento

Ultimamente sento parlare di una cosa: delle persone che cambiano. "Oh non è più come prima." "Eri diverso." "L'ho sempre fatto perchè ora ti dà fastidio?" Rassegnatevi. Le persone cambiano, indipendentemente dal vostro volere. Questa è una cosa inevitabile. Perchè cambiare in un certo senso vuoi dire crescere, evolversi. Purché i cambiamenti non siano drastici o casuali, ma cambiamenti coerenti. Una sorta di sviluppo mentale e caratteriale della persona.
Subire la cosa non è facile, soprattutto se non si capisce che una persona accanto a te sta cambiando: ti arrabbi perchè in un certo senso cadi dalle nuvole. Due sono le reazioni possibili solitamente: o ci si arrabbia perchè non si capisce il motivo quindi si dà la colpa a chi è cambiato; o si rimane delusi e feriti perchè non abbiamo fatto caso al cambiamento in atto.
Se ci si accorge che qualcuno sta cambiando, si deve sempre evitare di bloccare questo procedimento, ma andargli incontro ed assecondarlo. Insegnano una cosa del genere a scuola guida: se di perde il controllo del mezzo, non bisogna cercare di recuperarlo di colpo, ma assecondare la traiettoria e modificarla dolcemente. Bloccare un cambiamento, come cercare di recuperare ad una sbandata, portano alla stessa fine: uno schianto. La persona che cambia e che si sente "pressata" da qualcuno che non vuole questo, causa solo l'accelerare del procedimento.
In sintesi: fregatevene se le persone cambiano. In ogni caso non dipende da voi. Meglio pensare a se stessi rimanendo sempre coerenti con i propri pensieri e con il proprio cuore.
Il Vostro
Dott.Gelo

domenica 19 febbraio 2012

Non credo

Non credo in dio, alla chiesa e a tutto ciò che ci viene insegnato da piccoli. E' più credibile Babbo Natale col senno di poi.
Non credo nell'amore, quello maltrattato e stereotipato in cui credono tutti. Credo ai singoli sentimenti ed alle emozioni che ognuno di noi prova.
Non credo che il popolo sia consapevole di ciò che è giusto o no. Ma il popolo sceglie i propri rappresentanti, logico che anche loro non sappiano nulla.
Non credo nei canoni di bellezza. Non deve essere per forza alta due metri e pesare 40 chili, se poi ha il Q.I. di un sapone intimo.
Non credo al televoto, al popolo esperto in qualunque cosa. E' come fingere che gli spettatori abbiano qualche potere. Si come no.
Non credo che esista la pericolosità di affezionarsi a qualcuno. A meno che non siate monaci buddisti.
Non credo che se una cosa piace a tutti, sia giusta. Prendete il cristianesimo o il fascismo.
Non credo nell'imparzialità di chi giudica, sia arbitro o giudice. Tutti siamo condizionati in qualche modo, chi più chi meno.
Non credo che la musica potrà mai raggiungere di nuovo i livelli degli anni '70-'80-'90. Già è difficile fare cose perfette, immaginatevi fare di meglio.
Non credo che i cartoni animati ed i videogiochi siano solo per i bambini. Tutti siamo bambini.
Non credo nelle bugie a fin di bene. Una bugia è una storia fantastica rovinata con la verità.
Non credo nella superstizioni. Son nato venerdì 17 e amo i gatti neri.
Non credo che ci si diverta ubriacandosi. Vabbè poi ci sono gli ignoranti che ubriachi si credono i principi del foro.
Non credo che il calcio sia il più bello sport del mondo. Il rapporto tempo/emozioni è una merda.
Non credo che i posti dove c'è più gente siano i migliori. Come non credo che i posti dove c'è poca gente siano noiosi.
Non credo che la distanza sia un problema. Soprattutto se quando ci si incontra si gode solo il momento.

Però credo.. o almeno credo.
Il Vostro
Benassi, Ivan

sabato 18 febbraio 2012

Vediamo la bellezza che ci circonda?

Un uomo era seduto in una stazione della metropolitana di Washington DC e iniziò a suonare il violino, era un freddo mattino di gennaio. Suonò sei pezzi di Bach per circa 45 minuti. Durante questo lasso di tempo, poiché era l'ora di punta, è stato calcolato che 1.100 persone sarebbero passate per la stazione, la maggior parte di loro sull ' intento di andare a lavorare. Passarono tre minuti e un uomo di mezza età notò che c'era un musicista che suonava. Rallentò il passo, si fermò per alcuni secondi, e poi si affrettò per riprendere il tempo perso. Un minuto dopo il violinista ricevette il primo dollaro di mancia: una donna lanciò il denaro nella cassettina e, senza neanche fermarsi, continuò a camminare.
Pochi minuti dopo qualcuno si appoggiò al muro per ascoltarlo, ma poi guardò l'orologio e ricominciò a camminare. Chiaramente era in ritardo per il lavoro. Quello che prestò maggior attenzione fu un bambino di 3 anni. Sua madre lo invitava a sbrigarsi, ma il ragazzino si fermò a guardare il violinista. Infine la madre lo trascinò via ma il bambino continuò a camminare girando la testa tutto il tempo. Questo comportamento fu ripetuto da diversi altri bambini. Tutti i genitori, senza eccezione, li forzarono a muoversi. Nei 45 minuti che il musicista suonò, solo 6 persone si fermarono e rimasero un po '. Circa 20 gli diedero dei soldi, ma continuarono a camminare normalmente. Tirò su $ 32. Quando finì di suonare e tornò il silenzio, nessuno se ne accorse. Nessuno applaudì, né ci fu alcun riconoscimento.
Nessuno lo sapeva ma il violinista era Joshua Bell, uno dei musicisti più talentuosi del mondo. Aveva appena eseguito uno dei pezzi più complessi mai scritti, su un violino del valore di $ 3.5 milioni di dollari. Due giorni prima che suonasse nella metro, Joshua Bell fece il tutto esaurito al teatro di Boston, dove i post in media costavano $ 100. Questa è una storia vera. Joshua Bell era in incognito nella stazione della metro, il tutto organizzato dal quotidiano Washington Post come parte di un esperimento sociale sulla percezione, il gusto e le priorità delle persone. La prova era se in un ambiente comune ad un'ora inappropriata: percepiamo la bellezza? Ci fermiamo ad apprezzarla? Riconosciamo il talento in un contesto inaspettato?
Una delle possibili conclusioni di questa esperienza potrebbe essere:
Se non abbiamo un momento per fermarci ed ascoltare uno dei migliori musicisti al mondo suonare la miglior musica mai scritta, quante altre cose ci stiamo perdendo ?

venerdì 17 febbraio 2012

Credici un pò di più

Un amore che comincia d’estate è un amore in salute. E' orizzontale, seminudo, si abbina all'allegria di canzoni furbe, mentre qualcun altro porta il cane a pisciare sul lungomare degli astronomi.
Tutto quel sudore lo fa scivoloso, ma quando cade sa ridere di sé, si toglie gli anni, tiene aperte tutte le finestre. Informa il mondo.
Se il sole avesse solo un po’ di humour gli riserverebbe l’occhiolino del nonno al nipote sveglio.
Un amore che comincia d’estate non ha paura del cancro alla pelle. Non ha paura.
Fa comodo anche agli altri che possono così chiamarlo stupido, fatuo, passeggero, virale, di basso profilo, di cattivo gusto. Possono tenere gli specchi dentro le federe marroni.
Quelli che si fingono più a favore lasciano che si sappia il loro compatire mentre dicono una vita ce l’abbiamo tutti.
Non è che gli abissi cambino, nemmeno l’idea di fortuna, né del suo contrario: fa solo prima a spogliarsi, toglie un po’ di lavoro a San Lorenzo.
Prende cura di sé, lasciandosi andare, alla barba che non si fa, al trucco che non si mette.
Un amore che comincia d’estate si è perso la primavera, ma non lo si vedrà mai pensare all'autunno imminente.
[L.L. -  un amore pronto a sudare]

giovedì 16 febbraio 2012

1° Festival della canzone italiana di SanMisciu

Dato che ieri ho avuto dure parole contro il Festival di Sanremo, ho deciso di organizzare il mio.
In gara 12 canzoni italiane, la cui data di uscita del singolo è compresa fra lo scorso festival e questo.
Eccole in ordine alfabetico:
Un festival così può essere solo immaginario perchè canzoni di questo livello (chi più chi meno) non possono uscire tutte inedite insieme in un evento mediocre. E' logico che poi le canzoni presentate siano di livello mediocre. Quindi si dovrebbero valutare le canzoni in un determinato arco di tempo: in questo caso la migliore fra marzo 2011 e febbraio 2012.
Qui accanto trovate lo spazio per votare la vostra preferita, se vi và.
Il Vostro
Gianni Morandi

P.S. Ringrazio chi è stato così gentile da aiutarmi con la scelta delle canzoni, in particolare Hilary, la Rosicona De e il collega Fra.

mercoledì 15 febbraio 2012

Italian music Requiem

La musica italiana, o almeno, la concezione che si aveva di musica italiana fino a una decina di anni fa è morta. E non è internet il motivo. Se no non si spiegherebbe l'enorme successo di star uscita dal nulla un poco tempo come Gaga, che ha fa di internet il mezzo più grande per farsi conoscere, oppure l'odiato da tutti (e dal sottoscritto) Justin Bieber, il quale senza internet sarebbe un pinco pallino qualsiasi. La musica italiana è morta perchè non c'è più un modo per valorizzarla veramente. Non si investe più su un artista perchè si crede veramente in lui; si investe su un artista solo perchè in qualche modo si è già affermato. E come si è affermato? Con i talent. Non faccio distinzioni fra X-factor o Amici. Ok i cantanti che escono dà lì potranno essere bravi quanto si vuole, però peccano di una cosa: l'ispirazione. Una canzone, e quindi di conseguenza un album, devono avere qualcosa dietro come un'esperienza di vita vissuta oppure un forte sentimento. Invece no, con i talent funziona così: vieni perchè sai cantare, noi ti insegniamo a cantare bene e intanto ti diamo una buona visibilità. Ma non sempre vince il più bravo. Perchè? C'è il televoto, che non può misurare il talento, perchè il voto è determinato da tante piccole sfaccettature personali. Con questo stupido meccanismo, vince chi ha più "consensi", quindi è già affermato leggermente, ma dietro non ha nulla. Caso strano dopo una settimana, il vincitore del talent esce con un disco. Ora tu, cantante, come fai a fare un disco in una settimana? Non puoi scrivere tutti i testi e le musiche. Quindi ti danno "la pappa pronta": canzoni e musiche già scritte "apposta per te" (credici), registri e sei un cantante. E vendi pure, perchè quei quattro dementi che ti hanno votato, ti seguono in ogni caso. Vogliamo fare esempi? Ora mi vengono in mente tre nomi: Marco Carta (che ringrazio per aver portato il lieve accento di Pirri in giro per l'Italia), Emma Marrone ed Alessandra Amoroso. Non giriamoci attorno, cantano sempre la stessa cosa, allo stesso modo e con la stessa musica. "Oh bella la nuova canzone di Emma". Eh grazie al cazzo: urla come sempre, stessa musica, e stesso testo (magari cambia la parola cuore con amore).
Con questi presupposti come possiamo organizzare il festival della canzone italiana? Canzoni inedite selezionate da dei vecchi, che quindi scelgono canzoni che sembrano vecchie. La triste verità è un'altra: tutti i "nuovi cantanti" italiani sono tutti usciti o da Sanremo o dai talent. Unica eccezione, o una delle poche: Caparezza.
Non viviamo nell'utopia che la musica italiana posso tornare ai vecchi albori: anche se non sono propriamente il mio genere (tranne rare eccezioni) so che i vari Guccini, De Andrè, Gaber, Battisti e altri di cui mi scordo, nascono una sola volta. E se lo so io, che non sono un amante di questi genere, perchè voi che vi professate esperti non lo capite?
Dal Vostro
Rudy Zerbi

martedì 14 febbraio 2012

Trattato sulla dinamica di un GdR

*Mi son svegliato nel cuore della notte completamente sudato. Devo solo tranquillizzarmi. E' stato solo un brutto sogno. Se prima la cosa più brutta che potesse succedermi era perdere un paziente, ora nei miei pensieri c'è solo quella piccola creatura. Per una volta il suo pianto è stato di conforto. Mi ha svegliato allontanandomi da quei brutti sogni. Da quel mondo che non la vedeva più fra le mie braccia. Ora ci sei solo tu nei miei pensieri piccola. E pensare che qualche anno fa in questo momento mi trovavo con qualche infermiera in uno stanzino dell'ospedale. Rimpiango solo una cosa del mio passato: Lexie. Ma ho dato la mia parola a Jackson. Non posso tirarmi indietro. Non posso fargli ciò che feci a Derek. Non posso. Sono un uomo nuovo ormai. Sono un padre. Tuo padre Sofia.*

Questo è stato l'inizio di tutto. Una notte, precisamente il 17 ottobre 2011, dopo questo iniziai il mio vagare in questo universo parallelo. Questa è la definizione esatta. In un GdR sei tu. Ok gestisci un determinato personaggio e infondo devi fare tutto ciò che è consono per lui. Ma sei tu. Tu e altre persone. Personaggi di una storia ma prima di tutto persone.
Questo sarebbe il momento adatto per scrivere la definizione di GdR. Ma non la darò. La mia speranza è che se mai qualcuno sia interessato a tutta questa storia, si butti, come ho fatto io, ignorando tutto ciò che sarebbe accaduto.
Appena iniziato decisi qualche regola personale. Non le ricordo tutte, ma una non penso che la dimenticherò mai: decisi fra me e me di non voler mai conoscere chi ci fosse realmente dietro ad ogni singolo personaggio. Chi mi conosce, in questo momento riderà. Ma galeotta fu una chiamata su Skype, quegli occhi come il mare e quella persona fantastica avvolta da capelli magnifici. Non voglio parlare di chi ha portato la mia anima a voler stare da un'altra parte. O almeno non oggi. Questa è un'altra storia.
All'inizio sarete offuscati dal giudicare chi c'è dietro a quel ruolo, perchè magari un personaggio vi sta simpatico o meno, quindi quella persona vi starà simpatica o meno di conseguenza. Primo errore. Conoscere una persona in una circostanza del genere ti permette una cosa che la conoscenza dal vivo non permette: capire com'è fatta, senza essere fugati dall'aspetto esteriore o da insulsi dettagli. Ok ok il mio discorso è schifosamente di parte.
Tralasciando i rapporti personali (dato che il sottoscritto è la persona meno adatta nel dare consigli su questo argomento), se entrate in un GdR, la cosa importante è ruolare. La Role è la descrizione di ciò che pensa, fa o dice un personaggio. La massima espressione per un roler: finalmente il personaggio diventa tuo, e tu gli puoi far fare tutto ciò che vuoi. Io, quando interpretai per la prima volta Mark, il mio personaggio, sbagliai, ma feci bene. L'errore fu non essere me stesso, io odio i bambini, ma fui obbligato a scrivere così, perchè non sapendo di preciso cosa avrei dovuto fare, sono andato sul "sicuro".
La scelta del personaggio è fondamentale. Una caratteristica deve accomunarvi. Io e Mark. Quale caratteristica ci lega? Due latin lover? No, magari in un'altra vita. Siamo i migliori nel nostro lavoro? Vabbè in generale mi impegno sempre in ciò che faccio. In realtà siamo due stronzi. Due stronzi che spesso non vengono apprezzati dagli altri, scontrosi e intrattabili se qualcosa non gli va giù; ma infondo dall'animo gentile e pronti a dare tutto per le persone che amano, seppur poche. L'altro mio personaggio (anche se mi ero promesso che Mark sarebbe stato il mio primo e unico, altra regola personale) John Locke rispecchia più la mia parte riflessiva e la mia anima da lupo solitario: lui che vaga per la foresta in solitudine, non ha bisogno di nessuno, se non delle poche cose in cui crede. Se il vostro personaggio non è vostro, non perdete tempo, non occupatelo per nulla.
Ma Misciu non la starai prendendo un po' troppo a cuore? La realtà è che per il primo mese, il mio primo GdR e stato come una boccata d'aria fresca. Era un piacere e lì ci vivevo: poche role, ma tanti rapporti fra persone. Ma come tutte le cose belle, il periodo bello finisce troppo in fretta. L'equilibrio in un GdR è molto precario. Come in un castello di carte, se mini la stabilità di una carta centrale, tutto crolla su se stesso. Per ricostruirlo e riportarlo al vecchio equilibrio non basta sostituire solo la parte minata, ma riniziare tutto da zero. Questo può essere fatto solo da un Admin o da uno Staff. La credibilità e la stabilità di un GdR è tutta in mano loro. E' un compito arduo, ma se si vuole portare avanti bisogna essere motivati.
Non penso che sarà l'ultima volta che parlerò di un GdR, ma voglio finire con un appello rivolto a chiunque legga: se siete legati ad una serie, o ad un personaggio (e magari riuscite ad esprimervi in un italiano comprensibile) provate. Anche se rimarrete delusi da come finirà, vi resterà sempre il ricordo quando è stato bello.
Dal Vostro 
Mark Sloan

lunedì 13 febbraio 2012

Lo sport è ben altra cosa

Piccolo avviso: non è un argomento scacciafiga (per dirla alla Linus e Nicola), solo uno spaccato del mio ragionamento complessivo sullo sport.
Questo pomeriggio l'ho passato a guardare la Serie A. Quello che prima per me era un qualcosa di irrinunciabile, ora è solo un passatempo come un altro. Ed è strano di come sia svanito tutto in così poco tempo. Ma vedendo la visione nell'insieme posso trovare due motivi validi per questo: la grande Inter, e la noia. Già, è difficile crescere interisti in quegli anni bui: 17 anni senza campionato, in tv le battute stupide, i compagni che ti prendono in giro. Poi arriva un momento in cui sei al top: nessuno parla più delle sconfitte, gli amici evitano di parlare di calcio e vinci. Cazzo se vinci. Il 22 maggio raggiungi il tetto del mondo: anni e anni di sfottò  vengono azzerati dalla coppa dalle grandi orecchie, da un triplete mai visto in Italia e da un uomo che ha unito tutti con il suo immenso carisma, il profeta di Setubal. In questo momento cosa puoi desiderare di più da tifoso? Nulla.
Qui arriva la noia. Ma non è una noia dovuta alla mancanza di titoli, ma la noia che ti provoca una partita in se. Qualunque essa sia (con alcune eccezioni). Gigi, mio compagno al liceo, riassunse così il gioco del calcio: "Guarda guarda sto per fare gol.. noooo. Guarda guarda quasi.. noooo." A mio avviso, colto nel segno. Le emozioni nel calcio vengono date dai gol. Quindi a confronto il basket e la pallavolo sono superiori per quanto riguarda le emozioni: miriadi di punti in vari modi, meno giocatori, campi più piccoli e quindi facili da poter seguire nel loro insieme.
 Il più delle volte inizi uno sport di squadra perchè magari i tuoi amici vanno lì, oppure perchè ti dicono che sei predisposto bene fisicamente. Alla maggior parte degli sport di squadra però, manca la passione. Quella voglia che ti spinge a dire, cazzo voglio farlo. La passione però ormai si vede poco. Un'occasione per vedere tanta passione sono le olimpiadi: sport semi-sconosciuti affrontati da tante persone di ogni nazione. E tutti col sorriso. Felici di fare ciò che amano, che gli appassiona, che gli riscalda il cuore.Qualcos'altro però manca.
Personalmente ciò che mi emoziona di più in uno sport, è vedere l'atleta faticare. Non è sadismo. Ma quando vedi il tuo idolo che fatica, tu fatichi con lui. Primo esempio: il tennis. Un uomo che arriva con la sua borsa, piena di racchette, cibo e magliette di ricambio (se togliamo le racchette e le magliette assomiglia a me). E' una persona qualunque, che arriva lì con le sue cose, senza allenatori che gli dicono cosa deve fare al momento. Solo lui, racchetta, pallina ed avversario. E tanto sudore. Dietro quella persona non ci sono staff immensi o strutture avanzatissime, solitamente due persone: allenatore (solitamente parente tipo padre, zio, ecc)  ed un fisioterapista. Fine. Eppure le partite di tennis sono battaglie. Sempre. Anche se il livello dei due è molto differente. Anche se qualcosa va oltre.
Il ciclismo: ciò che mi ha dato questo sport negli ultimi due anni non ha paragoni, nonostante non fossero stati i giri migliori. Tutti loro, dal primo all'ultimo corridore faticano come bestie per affrontare salite con pendenze improponibili. E tu sei lì con loro. Sulla bici con loro. Sei lì che inciti. Emozioni. Non è importante che vinca o meno il tuo favorito. Ecco qual'è il vero senso di sport: fregarsene del risultato finale, e godersi la competizione in se. Questa visione ormai è stata persa. La maggior parte degli sport vive solo grazie alle faziosità. Ed io non intendo più farne parte di questo teatrino.
Ma amerò per sempre l'Internazionale.
Misciu =)

domenica 12 febbraio 2012

A volte ritornano

Rieccomi qua. Da quando l'originale Misciu World è stato cancellato, mi son dato alla macchia. Ma non ho mai smesso di scrivere. Scrivere è una nobile arte, andata persa. Faccio il moralista? Colpa delle chat. Appena si vede qualcosa di molto lungo (facciamo over 20 righe) la gente pensa: "Ma nooo, troppo lungo, mai che lo leggo." Bravi. Poi chiediamoci perchè siamo un popolo ignorante. Il mio professore di Matematica del Liceo un giorno disse: "Studiate ragazzi. Perchè è più facile governare un popolo ignorante." Scrissi questa frase nella copertina del quaderno, con tanto di data e ora (e farei un figurone a scriverla ora, solo che non mi va di andare a prenderlo).
Ricordo ancora il mio primo post nel vecchio Misciu World. Erano i primi di gennaio del 2009, il tre se non sbaglio, e feci una sorta di valutazione sulle persone che erano state accanto a me nell'anno appena trascorso. Grandissima cazzata. La maggior parte di quelli nominati lì non meritava nulla di quel mio sincero omaggio. Ma il post andò bene e mi diede la motivazione di continuare. Poi qualcosa si ruppe. Non so di preciso cosa, ma l'avvento di Facebook tagliò le gambe a Msn; quindi certi piccoli angoli di espressione vennero messi da parte. Erroneamente feci lo stesso.
Mi è sempre piaciuto scrivere, anche se la mia prima prof del liceo decise di tagliare le gambe alla mia passione. Ma mi odiava platealmente. Quando in quinta arrivò Giuseppe Marras, io ero uno nella media secondo tutti. Iniziai a fare temi da voti folli e mai visti per quella classe (8 - 8,5) fu una grande soddisfazione. Non per il voto, 'sticazzi. Ma per quello che mi diceva Beppe. Infondeva fiducia. Dovrebbero essere tutti così i professori. Non valutare la mera espressione dello studente in quel lasso di tempo, ma esaltarne le peculiarità.
Avremmo modo e tempo di conoscerci blogspotters (inventare parole rende interessanti), soprattutto se continuerò a far tardi.
Misciu =)