sabato 20 aprile 2013

Cronaca di un'elezione folle #TuttiaRoma

Partiamo dal 16 aprile, con l'appello pronunciato da Beppe Grillo, dal suo camper a Zoppola. Un appello serio: "Bersani, le rivolgo un appello, senza nessuna ironia. Voti la Gabanelli. Sarebbe un segnale di cambiamento. Qualcuno ha detto che diventerebbe la 'repubblica delle manette'. Eh, magari. Chissà. La voti. Poi, chissà, magari potrebbe cominciare una collaborazione. Se non con lei, con i giovani del Pd. I rimborsi elettorali, l'ineleggibilità di Berlusconi". Il messaggio era chiaro: che sia Gabanelli o Strada (entrambi rinunciatari), o Rodotà, il M5S voleva essere parte integrante della elezione del Presidente della Repubblica. Non escludendo (più) una collaborazione con il centrosinistra.
Il Pd non aveva alcun bisogno di "larghe intese": c'eano i numeri per eleggere, dalla quarta votazione, il suo uomo. Poteva, in buona sostanza, fare quello che gli pare. Gli bastavano una decina di voti da altre formazioni politiche, a partire dalla quarta votazione. Un treno irripetibile, che, vista l'inedita calma propositiva di Grillo, era divenuto facilissimo da prendere: si votà Rodotà, si elegge un Presidente meraviglioso, si dà una mazzata al centrodestra e vamos. Ma nella notte di martedì, Bersani propone a Berlusconi una rosa di tre nomi: Amato, D'Alema e Marini. Senza vergogna. Senza ritegno. Senza pietà.
Il Pd, non aveva più alibi: non votando Rodotà (che peraltro è un nome più "suo" che del M5S), decreta la sua morte. E tutto sommato sticazzi. Ma più che altro decreterà la fine delle speranze per la politica italiana.
Ma ecco che le menti deviate e avariate del peggiore centrosinistra della Terra partoriscono il suicidio del secolo: Marini. Cioè: Marini. Franco Marini. Sindacalista pessimo, politico bolsissimo. Pdl e frattaglie (montiani) ovviamente d'accordo. Uno scempio senza precedenti. Il Pd imploderebbe (e sticazzi), Renzi fonderebbe il suo partito di quasi-destra (auguri), Berlusconi prenderebbe ancora più forza e il Movimento 5 Stelle schizzerebbe a percentuali pressoché bulgare. Bersani, perché volete farci anche questo? Finiamola anche con questo feticcio ipocrita delle "larghe intese". Il M5S è elettoralmente e numericamente "largo" quanto il Pdl, anzi di più. Bersani ha dato ragione a chi ripete che tra Pd e Pdl non c'è alcuna differenza.
Ricordatevi (per sempre) queste facce. Questi nomi. La faccia dei Boccia, usciti dalla riunione-guerriglia di stasera (quella in cui è morto il Pd e forse anche il paese) con l'espressione arrogante e tronfia dei fedeli-alla-linea che avevano appena avallato una scelta abominevole. E le facce dei tanti, troppi piddini che "è tutta colpa di Grillo e di chi l'ha votato". Ricordatevele. Sono le facce del peggiore centrosinistra del mondo. Provo simpatia umana, e solidarietà profonda, per chi ha votato Pd in buona fede (ho detto "Pd" e non "Sel": i secondi li capivo e capisco, ora più di prima). Ma mi sarei anche un po' rotto i coglioni di tutti questi "buonafede" che da 20 anni si ostinano a credere che Babbo Natale esiste. Se c'è una cosa che è emersa chiaramente dalle elezioni di febbraio, è che la gente non ne può più della solita politica. Non si fida più dei vecchi volponi. Vuole un cambiamento, magari confuso, ma lo vuole. Marini, il sindacalista che piaceva a tutti tranne che agli operai (quindi un sindacalista pessimo), è stato così amato che a febbraio il suo Abruzzo ha votato tutti tranne lui. Non eleggendolo. E il Pd, sempre sveglio come una faina morta, cosa si è inventato? Lo ha scelto, pur avendo una maggioranza praticamente autosufficiente dalla quarta votazione, come Presidente della Repubblica.
"La scelta è tra Rodotà, il Presidente degli italiani, e Marini, il Presidente di Berlusconi. Marini è corretto, ma è ovvio che verrà messo lì per salvare il culo a sappiamo chi". Beppe Grillo sta antipatico a molti di voi. Ma chi nega la veridicità di queste parole, non ha onestà intellettuale.
Primo voto: Marini partiva con 800 voti teorici dalla sua, scesi in mattinata attorno ai 740 (il quorum è 671 per le prime tre votazioni). Ne ha presi 520. Una miseria. Bersani, sempre più sicario tragicomico del Pd, si conferma strepitoso a perdere tutto ciò che si può perdere.
Il Pd vota scheda bianca alla seconda e anche alla terza votazione. Si va direttamente alla quarta, quella in cui servirà la maggioranza più uno degli elettori. Una buona notizia sulla carta, perché il centrodestra diventa marginale: Pd e Sel hanno i numeri per eleggere quasi autonomamente il Presidente della Repubblica (gli mancano giusto una decina di voti). Anche se non si capisce perché, alla quarta votazione, il Pd non possa votare un uomo come Rodotà. L'analisi politica del Pd su Rodotà però è molto chiara. Ovvero: "Rodotà è bravo, è nostro, sarebbe bello. Però lo ha proposto Grillo. Quindi niente". Neanche all'asilo una roba così.
Verso il quarto voto, il Pd propone Prodi, che considerando i nomi che giravano, è una scelta dignitosa, che non dispiace neanche a buona parte del M5S. Siamo la Repubblica del Menopeggio, del resto. Rimane sconfortante l'ostracismo subito da Rodotà, colpevole di piacere a Grillo: se (giustamente) si è scelto alla fine un uomo inviso al Caimano, non aveva più senso scegliere quello più amato e autorevole? Perchè appoggiare la seconda scelta e non la prima? Perché il Pd ogni volta prende la strada più tortuosa e discutibile? Bersani insegue per settimane Grillo, si fa umiliare (pure in streaming), insiste. Poi, quando Grillo apre la porta, lui che fa? Cerca Berlusconi proponendo un nome improponibile. Poi, di fronte alla ovvia Waterloo, torna indietro e opta per la strada antiberlusconiana. Non però quella di Grillo, che nel frattempo appariva più possibilista pure sul Governo, ma un'altra. Risultato: Bersani è riuscito a bruciarsi tutte le strade. Questa non è politica: è deriva psichiatrica.
"Serve una figura di caratura internazionale". Dice Renzi, un altro giovane vecchio che, pur di non votare Rodotà (notoriamente odiato all'estero perché privo di "caratura internazionale") ingoierebbe pure D'Alema, o Cancellieri, o una foglia di fico tipo Cassese. Per non pochi gerarchi piddini la colpa è di Grillo, che doveva rottamare Rodotà e appoggiare Prodi. Al solito: ti pisciano in testa e poi dicono che piove.
Oggi è una delle giornate più nere nella storia della Repubblica italiana. La casta si arrocca nel bunker, con nessuna differenza tra centrodestra e centrosinistra (eccezion fatta per qualche martire tipo Civati e Sel): Napolitano al Governo, e magari pure Badoglio alla Difesa. I milioni di italiani che non chiedevano la Luna, ma semplicemente l'elezione di una bella e specchiata figura istituzionale come Stefano Rodotà (più del Pd che del M5S, almeno in via teorica), sono stati totalmente dimenticati (anzi osteggiati). E' il suicidio (definitivo) del Pd o quel che ne resta, che esploderà in mille pezzettini e regalerà un ulteriore boom a Grillo. Non so se sia in atto un colpo di Stato, ma di sicuro è uno sputo in faccia a milioni di italiani. Il Pd (e chi ancora lo difende) avrà per sempre la colpa di questo scempio inaudito. Ieri come oggi, il Partito Disastro rimane la polizza assicurativa di Berlusconi: è l'unica cosa che sa fare. Mai come adesso capisco perché non solo non abbia mai votato questo accrocchio di incapaci supponenti (e correi), ma anche perché non mi sia mai presa la voglia di farlo. Potevamo cambiare tutto. Non lo abbiamo fatto. E la colpa è tutta loro. Ce ne ricorderemo, se ne ricorderanno.
E' il solito giochino più caro alla Casta: guardare il dito (di Grillo) e non la Luna. E' ovvio che tecnicamente non è un colpo di Stato. In una democrazia parlamentare, il Parlamento fa (in buona sostanza) quello che gli pare. Cosa che, mai come in Italia, è sempre avvenuto. Il problema non è nemmeno Napolitano in sé, figura discutibilissima e tutt'altro che immacolata che comunque ha i suoi estimatori. Il punto è come, di fronte alla richiesta (maggioritaria) di cambiamento espressa dagli italiani, centrodestra e centrosinistra si siano arroccati nel più esplicito e colpevole dei modi. Che lo faccia il centrodestra è normale: esistono solo per salvare Berlusconi. Che lo faccia il centrosinistra è pure questo normale, perché senza Berlusconi (tranne rari e lodevoli casi) non esisterebbero neanche loro. Ma fa comunque male. C'era un treno da prendere. Un rigore a porta a vuota da non sbagliare. Lo hanno sbagliato (perché lo hanno voluto sbagliare). Capisco benissimo chi si sente non tanto deluso (si è "delusi" quando si ripone speranze, e io nel Pd non ne ho mai avute), quanto civilmente indignato (sentimento nobilissimo: significa essere vivi). Da oggi l'Italia è definitivamente spaccata in due. Buona catastrofe. E a Roma fate i bravi: non vedono l'ora che rompiate anche solo una vetrina per poi far scrivere ai Riotta "visto? Sono solo degli (s)fascisti irresponsabili".
In confronto ai parlamentari del Pd che hanno applaudito l'elezione del Napolitano Bis, quelli che ballavano poco prima del naufragio del Titanic peccavano di eccessivo realismo.
La sinistra italiana è di destra.

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